“Salviamo le mamme”, dal morbo dell’AIDS.
“Salviamo le mamme”, dal morbo dell’AIDS.
E’ nota la situazione dello Zambia per quanto riguarda l’epidemia dell’AIDS. Ufficialmente, le persone colpite sono oltre 16% della popolazione. Gli orfani sono circa un milione, su una popolazione di 11.000.000 di abitanti.
Le condizioni di vita delle persone colpite dal virus killer è drammatica. Nonostante gli sforzi del Governo e di molte Organizzazioni di volontariato, la gran parte è pressochè impossibile. Mentre i medicinali antiretrovirali possono essere ricevuti gratuitamente, gli esami di laboratorio sono a carico dei pazienti. A questo problema, si aggiunge la necessità di una dieta adeguata, per sostenere il peso delle cure. La mancanza di mezzi rende molto difficile la lotta contro l'AIDS.
Con l’iniziativa “Salviamo le Mamme”, stiamo raccogliendo fondi destinati a Suor Dorothy Lungu, responsabile del progetto Lotta contro l'AIDS di Chililabombwe, una cittadina ai confini con il Congo, una delle prime città minerarie dello Zambia. Sr. Dorothy deve portare i suoi pazienti, per gli esami di laboratorio, all'ospedale di Chingola, una cittadina che dista Km. 30 da Chililabombwe.
Pochi giorni fa, abbiamo ricevuto una lettera di Sr. Dorothy e molte lettere di pazienti che ringraziano e parlano della loro situazione, ritornando frequentemente sul bisogno che hanno di cibo, di sostegno e di maggiori possibilità di provvedere a loro stessi, impegnandosi in piccoli progetti; sentiamoli!
Lettera di Sr. Dorothy:
“…grazie di cuore per i soldi ricevuti nel mese di Gennaio 2007 (16.755,00). Ho potuto aiutare moltissime persone, permettere a tanti fratelli e sorelle di iniziare la cura ARVS, anche se ho dovuto assistere con profonda tristezza alla morte di alcuni di loro, subito dopo l’inizio della cura. So che per alcuni è troppo tardi, ma ho sempre l’illusione che possano riuscire a riprendersi. Alcuni pazienti sembrano senza speranza, sono in condizioni che sembra possano morire da un momento all’altro, ma io li stimolo sempre ad avere coraggio e iniziare la cura. La maggioranza ce la fa e ritorna con un grosso sorriso che desta uno stupore indescrivibile. Molti altri, hanno recuperato le energie necessarie per potere condurre una vita normale, e questo, grazie all’aiuto ricevuto dall’Italia, per il quale esprimono profonda riconoscenza. Le lettere e foto che invio sono a testimonianza di questo. E’ mio desiderio, e per questo prego, che tutti abbiano il coraggio di sottoporsi al trattamento e vivere più a lungo, per allontanare così lo spettro dell’orfanezza dei propri figli.
C’è anche un folto gruppo di bambini che ha iniziato le cure, ed è straziante doverli seguire, sapnedo che sono destinati a morire presto, ma penso sia necessario offrire loro una possibilità di recupero e la speranza che il virus dell’HIV venga sconfitto presto.
“Cari Amici, non trovo parole adeguate per esprimere la mia gratitudine per il vostro sostegno generoso, che mi ha permesso di ricominciare a vivere.
Sono una vedova di 34 anni, ho un bimbo di nove mesi e ambedue viviamo con il virus dell’HIV. Le Suore Francescane ci offrono sostegno morale e sanitario. Però, questo trattamento richiede una buona nutrizione, e noi speriamo nel vostro aiuto per potere sopravvivere.
Voi siete la risposta alla nostra preghiera e per questo chiediamo al Signore di benedirvi abbondantemente. Aiutateci, per favore, a vincere questo terribile virus, finchè non si troverà una cura. Per favore, continuate a sostenere me e i miei sei figli; continuate a fare la differenza nella nostra vita. Grazie, grazie di cuore,
Judith Chibwe Nchima.